Le indagini eseguite per la redazione
del progetto hanno riguardato:
![]() | rilievo topografico della zona, | |
![]() | Carotaggi a distruzione di nucleo, | |
![]() | sondaggi elettrici, | |
![]() | campionamenti ed analisi chimiche dei sedimenti. | |
![]() | ||
![]() |
Il progetto,
a cura del Comune di Casale
Monferrato in collaborazione con la
Società GOLDER ASSOCIATES di Torino,
è stato concordato con: Magistrato
per il Po, Autorità di Bacino,
Demanio, Provincia, ASL di Casale
Monferrato, ARPA Piemonte, Regione
Piemonte, Parco Naturale del Po e
dell’Orba. |
difesa spondale
lato fiume, in massi da
scogliera, per evitare l’asportazione
diretta del deposito per erosione
causata dalle acque del fiume in piena,
difesa idraulica
laterale, interrata a monte del
deposito, per proteggere lo stesso
dall’azione dilavante delle acque di
scorrimento superficiale in occasione
di piene con riattivazione del
paleoalveo,
cinturazione
perimetrale e consolidamenti
localizzati interni al deposito,
per assicurare una adeguata stabilità
del deposito rispetto all’azione delle
acque del fiume in piena,
copertura
superficiale del deposito, per
migliorare le condizioni di
transitabilità anche con macchine
operatrici e facilitare l’attecchimento
di vegetazione erbacea ed arbustiva,
minimizzare la filtrazione delle acque
meteoriche nel sottosuolo.
recupero
ambientale.
La DIFESA
SPONDALE a ridosso della
sponda esistente per un tratto di
165 m è stata realizzata con
MASSI DA SCOGLIERA di grossa
pezzatura (minimo 50-70 cm),
immorsata nella superficie di fondo
alveo adiacente alla sponda nel
materiale calcareo-marnoso e
risvoltata a monte ed a valle per
evitare fenomeni di scalzamento.
Stesse caratteristiche per la
DIFESA
IDRAULICA LATERALE, con
lo scopo di evitare il dilavamento
dell’area attuato da deflussi
superficiali lungo la direzione del
paleoalveo. La CINTURAZIONE DI TIPO IDRAULICO/STRUTTURALE è stata realizzata con COLONNE DI JET-GROUTING disposte su tutto il perimetro dell’area ed una serie di colonne nella zona centrale per migliorare l’addensamento del materiale stesso nella zona con spessore maggiore. La scelta di questo tipo di tecnologia (jet grouting o gettiniezione) ha permesso di evitare l’asportazione del materiale contenente fibre d’amianto, iniettando una miscela cementizia “monofluido” ad alta pressione, che indurendosi realizza una sorta di muro interrato nel suolo. Geometricamente si è eseguito lungo il perimetro dell’area una fila di colonne di circa 80 cm di diametro e di 60 cm di interasse. La COPERTURA SUPERFICIALE, realizzata dopo rimozione della vegetazione arbustiva ed erbacea preesistente, è stata strutturata con: strato di terreno inerte di cava, in spessore 40 cm, rullato e compattato sulla superficie del sito precedentemente regolarizzata con pezzatura prevalente degli inerti di 10-15 cm, geocomposito di separazione formato da un geotessile con massa di 1000 gr/m2 accoppiato con georete tridimensionale spessore 1 cm, resistenza minima a trazione 20 kN/m, strato di terreno vegetale in spessore di 60 cm. Il RECUPERO AMBIENTALE dell’area è avvenuto mediante piantumazione di essenze erbacee ed arbustive di tipo autoctono, specifiche di un ambiente fluviale, come previsto dal Piano d’area del Parco Fluviale del Po, quali salice di ripa, salice rosso, ligustro. |
La gara pubblica è stata bandita nel
1999. I lavori sono stati aggiudicati
all’ impresa SPEME di Venasca (CN), che
ha subappaltato alcune lavorazioni alle
Ditte C.D.F. di Piacenza e Buzzi Primo
di San Giorgio di Mantova.
I lavori sono iniziati nel mese di febbraio 2000 e proseguiti senza problemi sino all’ autunno 2000. |
Nel mese di ottobre 2000, l’
eccezionale alluvione che ha colpito il
Nord Italia ha arrecato danni al
cantiere: le opere di protezione e
impermeabilizzazione erano ormai
eseguite, tuttavia non era ancora stata
effettuata la piantumazione del verde.
L’ ondata di piena ha asportato gli
strati superficiali di terreno di
copertura, lo strato di ghiaia e buona
parte del geocomposito, per uno
spessore medio di m. 1,40; tuttavia,
nonostante l’ impatto, la difesa
idraulica realizzata in massi non è
stata danneggiata, e non sono stati
portati alla luce gli strati di
amianto.
Predisposta una perizia per ripristino
danni per cause di forza maggiore, si è
provveduto al rifacimento delle opere e
infine è stato completato il recupero
ambientale dell’ area; i lavori sono
stati ultimati fine 2001 e regolarmente
collaudati.
La Provincia
di Alessandria, eseguiti gli
accertamenti del caso, a dicembre 2002
ha certificato l’ avvenuta bonifica.
La spesa complessiva a consuntivo dell’
intervento è risultata di €
824.827,59
(L.
1.597.088.918) con un risparmio di €
53.149,14 (L.
102.911.082).