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Il Sindaco a Roma per le stragi nazifasciste 26/3/2003
Il gonfalone della città di Casale Monferrato alla manifestazione per ricordare gli eccidi della Seconda Guerra Mondiale
Il Sindaco di Casale Paolo Mascarino ha partecipato venerdì 21 marzo scorso alla manifestazione svoltasi a Roma in Campidoglio per ricordare gli eccidi compiuti dai nazifascisti a danno di civili inermi durante la seconda guerra mondiale, più di 2.200 casi vagliati, registrati e poi dimenticati in Procura nell’ “armadio della vergogna” per opportunità politica.
All’invito del Sindaco di Roma Walter Veltroni, dell’ANPI, delle altre Associazioni resistenziali e del “Comitato per la Verità e la Giustizia sulle stragi naziste” hanno aderito 142 comuni da tutta Italia: per la provincia di Alessandria, oltre al Sindaco Mascarino che era accompagnato da un picchetto di agenti della Polizia Municipale con il gonfalone della città, era presente il sindaco di Valenza Germano Tosetti.
“Si è trattato di un’iniziativa molto importante – ha dichiarato il Sindaco Paolo Mascarino – che intende manifestare la ferma volontà dei cittadini italiani di mantenere alta l’attenzione su episodi così dolorosi della nostra storia recente. Casale ha inteso testimoniare a Roma il ricordo ancora vivo dell’eccidio della Banda Tom, e numerosi sono stati venerdì scorso i momenti di impatto emotivo, soprattutto alla lettura dei documenti relativi alle stragi di Marzabottto e di Sant’Anna di Stazzema. Il Sindaco Veltroni ha pronunciato un discorso di grande levatura e ha annunciato che la buona riuscita di questo primo appuntamento sarà motivo per organizzare altri incontri e non far scendere nuovamente l’oblio sul contenuto (completo di nomi, cognomi, gradi e dati dei responsabili o dei complici) del famigerato “armadio della vergogna”. In particolare, il Parlamento italiano sta concludendo l’approvazione di un decreto legge che fissi la necessità di perseguire attraverso la legge i responsabili tuttora viventi degli eccidi: non è desiderio di vendetta, ma volontà di giustizia nei confronti di quei 15.000 civili e militari caduti vittime di una barbarie ingiustificata. Non bisogna infatti dimenticare i soldati che, dopo l’8 settembre 1943, scelsero di continuare a combattere per l’Italia e furono quindi trucidati, e penso in particolare agli eccidi di Cefalonia, di Rodi e di Spalato”.