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Red Eye ownz u

Oriente e Occidente fra profezie e guerra santa: 19/4/2007
serata di presentazione per “L’imbroglio del turbante”
Proseguono gli appuntamenti organizzati dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Casale Monferrato e dall’Associazione “Amici della Biblioteca”, che riscuotono un buon successo presso un pubblico molto diversificato.

La prossima settimana verrà presentato il romanzo-saggio di Serena Vitale L’imbroglio del turbante, pubblicato da Mondadori nel 2006: l’appuntamento è per venerdì 27 aprile, all’Accademia Filarmonica, via Mameli 29, a partire dalle 21,15.Alla serata sarà presente l’Autrice, “accompagnata” dai professori Vincenzo Moretti e Dionigi Roggeroin una ricerca sulle tracce del Mansur. Con questo appuntamento si conclude l’ideale trittico dedicato alla storia di Casale, che ha visto nelle settimane ospiti come Andrea Del Col con la storia dell’Inquisizione e Pietro Gallo e il volume dedicato al Ducato di Monferrato.

Il romanzo presenta una trama avvincente, che verrà proposta al pubblico casalese: negli anni che precedono di poco la Rivoluzione francese, dalle terre cecene si leva la predicazione di un misterioso “Sheykh Mansur” (“il Vittorioso”), nuovo profeta-guerriero che chiama alle armi contro i russi. Mentre schiere di "montanari" raggiungono il suo esercito da tutto il Caucaso, l'Europa segue con grande attenzione le vicende di Mansur, il giovane "Pastor Vittorioso" di cui le formidabili armate di Caterina II non riescono ad aver ragione. La sua guerra santa può mettere a rischio la fragile pace tra l’impero ottomano e quello russo, sconvolgere l'intero assetto europeo e, in quest’ottica, la vicenda di quelle terre lontane attira l’interesse della politica estera del tempo.
L’autrice propone una interessante lettura della vicenda. Sheykh Mansur - avvistato tra i monti nativi ma anche sulle rive del Mar Nero e del Mar Caspio, nella Piccola e nella Grande Tartaria – era stato oggetto di articoli su alcune gazzette italiane del tempo, che nel 1786 riferiscono una voce clamorosa: Mansur sarebbe in realtà un rinnegato di origine monferrina (di Piazzano di Camino, per la precisione, dove si può vedere una targa a lui dedicata a fine Ottocento, sulle mura della supposta casa natale). Si tratterebbe di Giovanni Battista Boetti, vissuto nei territori dell'attuale Iraq come missionario domenicano, poi a Costantinopoli come medico, fino al perdersi di ogni traccia dopo il 1781. Era lui il "Fanatico", il profeta di un nuovo Islam puro e combattivo?
Con la tenacia filologica e il gusto della narrazione che l'hanno imposta come autrice (ricordiamo Il bottone di Puskin e La casa di ghiaccio) Serena Vitale segue tra Europa e Asia le straordinarie storie incrociate dell'italiano e del ceceno, trasportandoci da un villaggio caucasico alla Corte di Pietroburgo, dal Serraglio di Costantinopoli ai “paradisi sotterranei” degli archivi di due continenti. Lì, per anni ha raccolto testimonianze inedite su Mansur e Boetti, sulle guerre e l'impossibile pace, sul lento declino del grande Impero Ottomano, sul tramonto del “secolo d'oro” di Caterina la Grande e sulla fine di “Sua Maestà il secolo XVIII”.

Nata a Brindisi nel 1945, Serena Vitale, è stata allieva di Angelo Maria Ripellino, divenendo una grande conoscitrice della lingua e della letteratura russa. Dal 1972 ha insegnato all’Università di Genova, all’Istituto Orientale di Napoli, all’Università di Pavia e all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ha scritto numerosi saggi, curato edizioni e ha tradotto e presentato al pubblico italiano opere di Brodskij, Cvetaeva, Esenin, Mandel'stam, Nabokov, e di altri autori. Nel 1985, è tra i vincitori (insieme a Sciascia e Luzi) dell'11° Premio Internazionale Mondello. Nel 1986 partecipa a Mosca al convegno di scrittori sulla letteratura sovietica in Italia, durante il quale si rende protagonista di un intervento particolarmente polemico, che denuncia l’appiattimento della lingua russa e il degrado della sua letteratura. Nel 1979 pubblica il libro Testimone di un'epoca: conversazioni con Viktor Sklovskij, nel 1995, per l’editore Adelphi, Il bottone di Puskin (tradotto in sei lingue e vincitore di numerosi premi, una ricostruzione attraverso la corrispondenza del tempo, degli ultimi giorni del poeta a San Pietroburgo, prima del duello fatale). Nel 2000 scrive la raccolta di racconti La casa di ghiaccio: Venti piccole storie russe, pubblicato da Mondadori (brevi racconti su avvincenti personaggi vissuti in Russia a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento, un libro che le vale il Premio Chiara e il Premio Bagutta).