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“L’importante è perdere": 5/10/2006
presentazione al Tartara per il libro di Nicola Roggero
Appuntamento giovedì 12 ottobre, alle ore 18 al Salone Tartara per la presentazione del volume “L’importante è perdere” (edizioni Libri di sport), scritto dal casalese Nicola Roggero, apprezzato giornalista sportivo per la rete satellitare SKY.
A presentare l’autore, l’Assessore allo Sport Gianni Crisafulli, che sottolinea l’importanza di un approccio anche insolito al mondo dello sport e dei suoi protagonisti: “il volume di Roggero è provocatorio nel titolo e si fa spunto immediato per riflettere su quello che lo sport rappresenta oggi ai nostri occhi e, soprattutto, agli occhi dei tanti giovani che guardano al professionismo o alla carriera dilettante come impegno per il futuro. Le regole dello sport, non mi stancherò mai di dirlo, sono fondamentali anche per la vita quotidiana. Riflettere sulle proprie sconfitte aiuta a maturare e diventare più positivi nella vita e i giovani devono apprendere il piacere di gareggiare senza cercare la vittoria a tutti i costi. Il libro di Roggero ci offre una possibilità inconsueta e sono certo che avrà il meritato risconto presso il pubblico di appassionati lettori e sportivi casalesi”.
Come ha avuto modo di illustrare in altre occasioni l’autore stesso, “guardare il mondo alla rovescia, nello sport, significa occuparsi degli sconfitti. Ecco spiegato il motivo di un titolo tanto singolare. Attenzione: non è un libro sui perdenti, anzi, dentro ci sono leggende dello sport, da Jacky Robinson a Rudolph Harbig, da Tommy Smith ad Eusebio. Solo che vengono immortalati nel momento della sconfitta o, quel che è più interessante, in quello in cui nessuno si chiede più il risultato. Ed è allora, indipendentemente dal fatto di aver vinto o perso, che ne escono ingigantiti. Perchè in questo libro ci sono i campioni ma anche gli sconosciuti, coloro che fecero, magari inconsapevolmente ma lo fecero, qualcosa di ancora più significativo di chi si è semplicemente limitato a vincere. Comportandosi da uomini, o con coraggio, o rispettando le regole, o dimostrando cosa vuol dire amicizia. E per questo sono diventati degli esempi. Non importava che avessero vinto o perso, o che addirittura non ci fosse niente in palio, se non la dignità. Questo libro, insomma, è stato scritto anche per far comprendere che non sempre conta solo il risultato. Kipling suggeriva di non farsi confondere da quei due grandi imbroglioni che sono la vittoria e la sconfitta. Qualcuno, ogni tanto l'ha seguito. Qualcun'altro no. Tanti protagonisti del calcio italiano, per esempio. E forse oggi qualcuno sta finalmente scoprendo che sarebbe stato meglio farlo”.