Comunicati Stampa



Il 15 giugno spettacolo 14/6/2006
con la “Quinta C” e gli Amici della Biblioteca al Salone Tartara
L’Associazione culturale “Amici della Biblioteca” e l’Associazione culturale “Area Zerodieci” presentano lo spettacolo teatrale “Quinta C”, saggio finale del laboratorio “Angelo Giuliano”.
La rappresentazione avverrà presso il Salone Tartara (piazza Castello) giovedì 15 giugno 2006, a partire dalle ore 21, con entrata libera.
La visione è consigliata ad un pubblico di età superiore ai 14 anni.
Lo spettacolo ha ottenuto il patrocinio della Provincia di Alessandria. Gli interpreti sono tutti giovanissimi e la regia è di Paolo Faroni. Lasciamo la parola alla responsabile organizzativa Serena Pasetti: “lo spettacolo parla di uno classe turbolenta della periferia di una qualunque città dei giorni nostri. In una scuola abbandonata a se stessa, dove gli insegnanti non comprendono il disagio dei loro alunni, che vivono in pessime condizioni sia a livello urbano, che famigliare, gli alunni della 5C decidono di farsi lezione da soli, mentre attendono un supplente che non arriverà mai. Così veniamo a conoscenza delle storie di ognuno, del degrado, dell'insoddisfazione, dell'odio che covano contro diversi nemici (chi le vetrine, chi gli immigrati, chi il mondo intero) per guarire da una frustrazione che è innanzitutto in loro. E' uno spettacolo che parla di come il luogo in cui viviamo determina ciò che siamo, e che i violenti o i criminali non si fanno da soli spesso ma
vengono aiutati dalla società in cui viviamo, dalle opportunità che ci dà. Dal posto in cui ci mette a vivere. Essendo ragazzi al fine come tanti altri, ci si chiede: davanti a opportunità diverse e un luogo migliore, sarebbero come li vediamo? Lo spettacolo è forte, lo consiglio a un pubblico adulto per le tematiche e per la prosa, per così dire colorita. Volevo che i ragazzi del laboratorio, proprio vivendo in provincia e quindi avendo sensibilità diverse, affrontassero un mondo a loro lontano,
seppure geograficamente non distante. Ritengo che il teatro sia una buona occasione per essere altro e altrove da ciò che si è e da dove si è. Per ricordare che guardare al proprio orticello non è mai bene e che è perché si guarda troppo nel proprio orticello che nasce il disagio. Avevo più donne che uomini e così è uscita fuori una classe di ragazze terribili che sanno essere anche più toste dei loro colleghi maschi. E con questo, direi che stiamo al passo con i tempi!?”.