Comunicati Stampa



Progetto ALBANDINO: Casale in aiuto alle popolazioni andine del Perù 28/2/2006
Un progetto per aiutare l’economia andina e dare un’opportunità di crescita ad oltre 10.000 persone.
Questo l’intento dell’Assessorato alla Tutela dell’Ambiente e alla Pace del Comune di Casale Monferrato nel farsi promotore del Progetto “Albandino”, finanziato dalla Regione Piemonte con 16.000 € e realizzato in sinergia con partners italiani e locali operanti in settori complementari, dalle Ong piemontesi Recosol (la Rete dei Comuni Solidali, che riunisce oltre duecento realtà italiane) e Operazione Mato Grosso, al Comune di Pozzolengo, all’Associazione di volontariato Il Paniere, agli enti di formazione (IAL), all’Università di Torino (con il DEIAFA, il Dipartimento di Economia e Ingegneria Agraria, Forestale e Ambientale, Sezione di Meccanica, che ha realizzato una decina di progetti piemontesi in Africa e uno in Mongolia), a piccole imprese come la ProGE (che ha studiato le colture più adatte alla zona) ma anche la Promec, per la progettazione meccanica e la Pachamama (che si occupa di recupero di prodotti tipici) e la Pro Loco di Balzola.
Il progetto ALBANDINO si curerà di studiare e promuovere l’alimentazione del bestiame andino in Perù, nel territorio della Municipalità di Chacas, localizzata ad est della Cordigliera andina, nella Cordigliera Blanca. Chacas è una cittadina di circa 10.000 abitanti, situata a 3600 m, con una forte presenza dei salesiani di Don Bosco, insediatisi nella zona nel 1979 e da allora assidui promotori dell’autosviluppo della popolazione locale attraverso la costruzione di scuole, chiese e case. Nel territorio di Chacas le condizioni di vita sono di estrema povertà, al limite della sopravvivenza, soprattutto nelle zone montane: il problema maggiore è rappresentato da anziani e dai bambini dei villaggi più sperduti, che non hanno la possibilità di raggiungere Chacas dove si trova l’unico ospedale della zona.
Il territorio montano andino interessato dal progetto si trova dunque ad alta quota, con sentieri impraticabili dai comuni mezzi di trasporto e ha molti aspetti in comune con gli areali alpini piemontesi, dove si pratica la zootecnia d’alpeggio. Vi si riscontrano analoghe problematiche per quanto riguarda la qualità di vita della popolazione e a questo, grazie alle soluzioni individuante nelle località piemontesi, si vuole porre rimedio con il progetto ALBANDINO, in particolare con la messa in opera di alcune competenze tecniche acquisite dal DEIAFA dell’università di Torino riguardo alla fornitura di energia elettrica da fonti rinnovabili in alpeggio e alle tecniche di essiccazione dei foraggi (fondamentali per il sostentamento del bestiame).
Il Progetto ALBANDINO, infatti, ha come prioritario obiettivo quello di promuovere la costruzione di un essiccatoio riproducibile dalla popolazione locale coi pochi mezzi a disposizione: l’essiccatoio sarà installato a Chacas ed il fieno prodotto sarà destinato principalmente al villaggio di Huachucocha. Un essiccatoio da fieno rappresenta uno strumento di per sé semplice, ma fondamentale per promuovere lo sviluppo dell’intera comunità locale anche dal punto di vista culturale, dato che vuole insegnare ai ragazzi del villaggio Huachucocha ad allevare il bestiame bovino ed a produrre formaggio, dandogli non solo la possibilità di pensare a lungo termine e di pianificare le proprie attività, ma stimolando in loro anche il loro senso di responsabilità.
A Chacas sono in corso di realizzazione altri progetti supportati dalla Regione Piemonte in sinergia con la Parrocchia dei Salesiani, in particolare con la costruzione di una centrale idroelettrica (funzionale all’attivazione stessa dell’essicatoio) e con il “Progetto Scuola per la produzione casearia”, finalizzato all’educazione all’allevamento del bestiame.
La regione andina destinataria dell’intervento della comunità casalese segue una tradizionale alimentazione vegetariana a base di patate, mais, grano e leguminose, cui si affianca l’allevamento di ovini, caprini e suini. La mancanza di acqua in alta quota ha finora rappresentato un freno all’allevamento di bovini ed equini a scopi alimentari: la costruzione di un essiccatoio permetterà alla popolazione dei villaggi montani di poter fare affidamento sul foraggio fresco raccolto durante la ricca stagione delle piogge a Chacas, seccato (con un procedimento che evita il formarsi di muffe sul foraggio e allontana il rischio di intossicazione del bestiame), stoccato in balle e conservabile poi in quota per lunghi periodi anche sfavorevoli dal punto di vista climatico.
L’Assessorato alla Tutela dell’Ambiente casalese, sull’esempio di un’analoga esperienza di trasmissione di conoscenze e competenze in corso di realizzazione in Bosnia, con i prossimi dodici mesi di impegno in Perù si impegna a formare le popolazioni locali ad una nuova attitudine alla collaborazione, alla condivisione di spazi e attrezzature, alla suddivisone del lavoro per il raggiungimento dell’auto-sussistenza dell’intera comunità. Le ricadute positive per la comunità andina si tradurranno in molteplici aspetti: minore mortalità del bestiame stesso maggiore produzione lattea, con riflessi positivi sull’alimentazione della popolazione locale e sull’attività casearia; maggiore produzione di carne. In definitiva si avrebbero riflessi positivi sull’alimentazione della popolazione locale, con impulso sia alla zootecnia sia al locale caseificio, che costituisce un’importante risorsa economica e di lavoro in un’ottica di promozione delle capacità locali di sviluppo.