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Giornata di studio sul cemento: Casale e il territorio puntano sul recupero del patrimonio industriale 16/1/2006
Un grande interesse ha riscosso la giornata di studio che Casale Monferrato ha dedicato alla sua tradizione industriale e al recupero di testimonianze fondamentali delle radici della vita economica del territorio.
Si è svolta infatti venerdì 13 gennaio scorso, a Palazzo San Giorgio, la giornata sul tema “Conoscenza del patrimonio industriale del cemento nel Casalese ai fini del recupero e della valorizzazione compatibili”, organizzata dall’Assessorato casalese all’Urbanistica con la collaborazione del Politecnico di Torino. L’incontro ha visto la partecipazione dei rappresentanti dei comuni di Coniolo, Morano sul Po, Ozzano Monferrato e Trino Vercellese, che con Casale Monferrato hanno scritto una pagina importante della storia del cemento nell’economia italiana: il comprensorio Casalese ospita infatti le sedi principali di importanti industrie del settore, come il colosso mondiale Buzzi Unicem.
“Gli interventi degli studiosi presenti hanno permesso di gettare importanti spunti per il futuro, per la nascita di un progetto di valorizzazione sul territorio del patrimonio industriale – dichiara l’Assessore all’urbanistica Riccardo Coppo – il vivo interessamento del Politecnico di Torino a questo argomento è stato originato da una interessantissima tesi di laurea, discussa nei mesi scorsi dall’ing. Gian Mario Rossino, che ha messo in luce le potenzialità di un recupero del patrimonio dismesso dei cementifici locali e che ha contribuito a proporre l’archeologia industriale come particolare strumento di crescita per l’economia del Casalese, sulla scorta di tanti esempi di successo compiuti nei maggiori paesi europei”.
Realizzato su proposta del Politecnico di Torino, il convegno ha dato la parola ai docenti che si sono occupati della tesi dell’ing. Rossino in Ingegneria Edile (con il titolo “Oltre l’archeologia industriale: incubatore per l’innovazione a Casale Monferrato”) e che hanno avuto modo di constatare la cospicuità di un patrimonio archeologico da riscoprire e valutare, come suggerito dal lavoro di ricerca eseguito dall’ing. Rossino e rivelatosi di grande interesse per l’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale (AIPAI) e la DOcumentazione COnservazione MOvimento MOderno (DOCOMOMO), specificatamente dedicate alla tutela e al recupero di testimonianze di cultura materiale.
I lavori del 13 gennaio scorso sono stati aperti dal Sindaco di Casale Monferrato Paolo Mascarino e del presidente della Provincia di Alessandria Paolo Filippi, che hanno porto il benvenuto ad un folto pubblico che annoverava il rappresentante del Prefetto dott. Ponta e i Sindaci di Trino, Ozzano e Coniolo. Vivo interesse ha suscitato l’atteso intervento dell’ing. Sandro Buzzi, che ha ricordato come il cemento sia, insieme al petrolio e all’acciaio, “uno dei tre pilastri dello sviluppo: la Buzzi, oggi Buzzi-Unicem, in cinquant’anni è passata da una produzione di trecentoventimila tonnellate a trentadue milioni, un aumento di cento volte. Ma oggi, con la globalizzazione, non si esclude che il gruppo, che è sesto in Europa e settimo nel mondo, debba produrre in Egitto, Arabia e Sudan e poi portare il cemento in Italia”.
Le relazioni sono quindi entrate nel vivo, con il prof. Giovanni Bardelli, che ha affrontato il tema del recupero delle aree industriali, sottolineando come i nuovi insediamenti, al pari delle periferie, siano stati edificati “a bassissimo profilo, senza tener conto di come le costruzioni possano valorizzare o penalizzare un territorio: occorre guardare criticamente il costruito degli ultimi decenni, tenere conto degli errori commessi e avviare una nuova epoca ricercando la qualità del costruito che valorizzi il territorio”.
Il prof. Vittorio Marchis, illustrando i casi internazionali di riferimento, ha sottolineato come “nell’archeologia industriale ci sono cose da conservare e altre da distruggere, esattamente come nel fare la storia ci sono cose da conservare e altre da dimenticare, perché essere colti significa anche sapere cosa gettare e l’archeologia industriale deve, in questo senso, trasmettere il segno di una consapevolezza e di una presa di coscienza”.
L’ing. Gian Mario Rossino, originario di Morano e autore della tesi di laurea sul cemento e sui cementieri nel territorio casalese, ha ricostruito, a partire da una ricca e completa documentazione fotografica, la presenza delle fornaci nel Casalese e, di conseguenza, dei gruppi industriali: nomi come Agnelli, Gualino, Buzzi, Marchino stanno a testimoniare l’importanza dell’industria e dell’economia del cemento nella zona. Molto interessante, per il progetto di recupero futuro, l’identificazione dei fabbricati sopravvissuti, come le tracce della fornace Cerrano in via XX Settembre a Casale e la Casa Gualino in Via Guazzo.
È stato quindi compito della prof. Chiara Bertolini illustrare tra loro i casi piemontesi di recupero archeologico del patrimonio industriale, presentando il caso dell’ex cotonificio Tabasso di Chieri (dell’estensione di 35.000 metri quadrati) e caldeggiando l’avvio di un dibattito costruttivo per il recupero di questa importante parte della tradizione industriale.
Agli interventi è poi seguita una tavola rotonda, presieduta dalla prof. Chiara Ronchetti e dedicata agli aspetti primari per un progetto di recupero che voglia porsi come strumento davvero efficace di crescita per il territorio: “Conoscere: studiando con il territorio. Valorizzare: con il progetto di qualità. Gestire: individuando il riuso” queste le fasi individuate nel dibattito, un primo approccio per procedere alla nascita delle sinergie più adatte. Alla tavola rotonda è intervenuto Angelo Pansecchi, sindaco di Ozzano e forte di un decennale impegno con l’associazione “OperO”, per la conservazione ed il recupero delle testimonianze sull’attività delle miniere: Pansecchi ha chiesto un comune impegno da parte delle Amministrazioni locali, per realizzare un progetto sinergico, proposta cui si è associato il dott. Gian Paolo Bardazza, presidente di “Idea Valcerrina”.
A conclusione della giornata di studi, l’Assessore casalese all’Urbanistica Riccardo Coppo ha sottolineato, ringraziandoli, l’importanza della presenza a Casale del gruppo di docenti del Politecnico di Torino e in particolare del Dipartimento di Progettazione Architettonica e di Disegno Industriale e si è impegnato a costituire il “gruppo dei Comuni del cemento, per avviare insieme lo studio di un progetto territoriale che valorizzi in modo vivo le testimonianze presenti, specie nel recupero delle aree dismesse, sull’esempio già realizzato proprio con l’area della Buzzi a Casale. Il progetto, che fonde in sé documentazione, recupero, conoscenza e trasmissione della nostra memoria industriale, è atteso da anni e può oggi contare su un’alleanza di eccezione con il Politecnico torinese, con cui è già stato fissato un incontro in febbraio, approfittando della pausa didattica in concomitanza delle Olimpiadi invernali”.