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Casale scava il suo passato: nel chiostro piccolo del Museo Civico resti dal Cinquecento all’epoca romana 13/12/2005
Casale Monferrato continua a riservare sorprese a quanti hanno a cuore la tutela e la valorizzazione della storia della città monferrina.
Dai più recenti scavi archeologici effettuati a ridosso del prospetto occidentale della “Sala delle Lunette” nel piccolo chiostro di Santa Croce (ossia sul retro del cortile d’accesso all’edificio che ospita le collezioni del Museo Civico casalese, in Via Cavour) sono emerse importanti testimonianze relative alla vita civile e religiosa del passato: finora sono state portate in luce le strutture relative alla manica orientale del chiostro dei Frati Eremitani di Sant’Agostino (costruito a partire dal secondo quarto del Trecento) e al suo successivo ampliamento realizzato dagli Agostiniani dell’Osservanza di Lombardia nel primo Cinquecento.
“I ritrovamenti sono molto significativi per il valore in sé, come testimonianze di un passato che risale fino dall’epoca romana, ma certamente anche perché sono di sprone a quanti da anni credono fermamente nella necessità di proseguire nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio cittadino – dichiara l’Assessore casalese alla Cultura Riccardo Calvo – grazie alle sinergie nate fra Amministrazione comunale e regionale, con i finanziamenti dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte e l’intervento qualificato di archeologi sotto il controllo della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, sono emersi reperti che hanno portato nuove energie ai progetti di ampio respiro incentrati su Casale come punto di riferimento culturale, civile e religioso di tutto il Monferrato, un passato che resta strumento essenziale di comprensione e di crescita per il nostro presente”.
“Si tratta del proseguimento di un progetto che è stato avviato nel 2000 e che ha avuto fra i suoi scopi il recupero del portale quattrocentesco della ex chiesa di Santa Maria di Piazza, che sorgeva in piazza Mazzini, sul sedime dell’attuale edificio del Credito Italiano – dichiara la dott.ssa Germana Mazza, Responsabile del Museo Civico di Casale – i marmi dell’edificio nel 1820 erano stati acquistati da Giulio Cesare Leardi e collocati, purtroppo senza copertura, nel giardino del palazzo di famiglia dove tuttora resistono alle intemperie: l’intervento del Leardi ha permesso di conservare fino ad oggi i marmi, ma da tempo era emersa la necessità di trovare loro una sede più consona, per evitare che la lettura dei rilievi venga completamente compromessa dall’azione del tempo”.
Da qui l’interessamento dell’Amministrazione comunale per la tutela di un pezzo di passato cittadino e la decisione di collocare il portale di Santa Maria di Piazza sotto il porticato del chiostro piccolo di Santa Croce, dando così inizio alla ricostruzione del quarto lato del Chiostro stesso (abbattuto a fine Ottocento su disposizione dell’allora Amministrazione Comunale). Prima di procedere alla ricostruzione della manica del porticato si è dovuta verificare la fondazione del vecchio muro su cui poggiavano le colonne del chiostro e si è dunque iniziata l’indagine archeologica che ha portato alle scoperte delle scorse settimane.
Contemporaneamente a questa fase tre-quattrocentesca individuata a ridosso della Sala delle Lunette, gli scavi realizzati dalla ditta Intercultura stanno indagando alcune sepolture in nuda terra e due fosse comuni riferibili (per il momento ancora solo in via ipotetica) agli episodi di peste attestati a Casale a fine ‘300 e a metà ‘400, mentre è quasi sicuramente collegato all’ampliamento del Chiostro di età cinquecentesca il ritrovamento di una sepoltura di rango: “è una sorta di giallo del passato, visto che il defunto è stato deposto in una tomba in muratura e presenta una punta di freccia in osso all’altezza del torace – commentano i responsabili degli scavi - questo fa ipotizzare una morte violenta o in uno scontro militare e successivi indagini permetteranno di stabilire una più precisa appartenenza temporale della sepoltura”.
I ritrovamenti hanno permesso di stabilire una linea temporale che conferma la preesistenza della manica in cui si trova la Sala delle Lunette, rispetto sia all’impianto dei chiostri sia alla presenza degli Agostiniani documentata a metà Trecento. Inoltre gli scavi hanno portato in luce altri reperti, visibili al di sotto del chiostro dei primi Agostiniani ora in corso di scavo: si tratta di antiche sepolture (riconducibili o alla supposta presenza degli Umiliati o all’officiatura di una chiesa preesistente alla costruzione agostiniana di Santa Croce) e di strutture di epoca ancora più remota, probabilmente romana, come già verificatosi in maniera sporadica nel corso di precedenti saggi di scavo.
“E’ sorprendente, ma non certo per gli addetti ai lavori, come dal cuore stesso di Casale continuino ad emergere testimonianze di un passato che affonda le sue radici in epoca romana e giunge senza interruzione fino all’età moderna – conclude l’Assessore Calvo – già questi primi risultati hanno offerto ottimi spunti per gli studiosi, ma anche per l’Amministrazione, su cui non mancheremo certo di basare nuove progettualità per il recupero e la valorizzazione dell’intero patrimonio artistico ed architettonico casalese”.