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Successo a Casale Monferrato per il convegno “Equal – Tenere il Tempo” 30/3/2004
Un vivo successo di pubblico ha riscosso il convegno “La Responsabilità Sociale delle Imprese e le Donne: una convenienza reciproca", svoltosi venerdì 26 marzo scorso nella Sala Consiliare del Comune di Casale Monferrato.
Organizzato dalla Società Consortile Langhe Monferrato Roero in collaborazione con l’Assessorato alle Attività Economiche – Turismo – Manifestazioni del Comune di Casale Monferrato, il Convegno ha costituito occasione per parlare anche del “Premio Casaimpresa per la qualità della vita”, dedicato alle imprese attente all'introduzione di politiche di genere all'interno della propria organizzazione, che percepiscano le Pari Opportunità come un valore aggiunto per imparare e pensare, occasioni per crescere piuttosto che incombenza o imposizione.
La giornata rientrava nell’ambito delle iniziative organizzate nel progetto “Equal - Tenere il Tempo”, volto alla valorizzazione delle risorse umane, soprattutto femminili, inserite in un contesto territoriale in cui bisogna sviluppare una crescita economica basata sulle risorse locali e fare conciliare le esigenze famigliari con un’attività lavorativa.
Il Convegno si è aperto con i saluti del Sindaco di Casale Monferrato Paolo Mascarino, che ha dichiarato: “Le Pari Opportunità sono uno scopo, ma il punto di partenza attuale è quello di un mondo lavorativo in cui essere donna comporta difficoltà maggiori. Molte delle signore presenti hanno un’idea molto precisa di cosa intendo e permettetemi di esprimere la mia ammirazione per tutte le donne che ogni giorno riescono a trovare tempo ed energie per essere lavoratrici e padrone di casa. È una conciliazione che ha sempre penalizzato l’universo femminile, costretto a sacrificare tempo e bisogni per il proprio lavoro e viceversa ed è una conciliazione in cui le donne lavoratrici sono maestre. Il fatto assodato che le donne da sempre trovino le energie e il tempo per riuscirci non deve però essere per noi, come uomini e come Amministrazione, una comoda giustificazione per non cercare di migliorare le cose, perché sono convinto che sia possibile trovare le soluzioni più adeguate e raggiungere quanto prima una effettiva parità di opportunità. Il Convegno odierno sarà un’occasione di confronto e di progettazione per intervenire quanto prima e con il contributo di tutti noi il cambiamento potrà diventare realtà”.
L’Assessore casalese alle Attività Economiche-Turismo-Manifestazioni Gianni Crisafulli ha invece: “l’Assessorato alle Attività Economiche che rappresento si è sempre caratterizzato per intervenire con consapevolezza e risoluzione: il nostro sforzo, come Pubblica Amministrazione, è quello di creare davvero percorsi reali che contrastino la disoccupazione, la discriminazione e la disuguaglianza che troppo spesso colpisce l’universo femminile. Con questo intento è nato il Progetto Equal, che vede un’assidua collaborazione dell’Assessorato con il Consorzio Langhe Monferrato Roero e che oggi ci ha portato qui ad affrontare, tra i tanti, il delicato tema della necessità di conciliare gli impegni della famiglia con gli impegni lavorativi delle donne”.
Dopo il saluto del Presidente della Società Consortile Langhe Monferrato Roero Bernardino Bosio, i lavori, moderati da Antonio Monaco delle Edizioni Sonda, sono stati introdotti dal Dirigente delle Politiche per l'Occupazione e la Promozione dello Sviluppo Locale della Regione Piemonte Concetto Maugeri e da Sonia Abluton, responsabile del Progetto Equal - Tenere il Tempo per la Società organizzatrice del Convegno.
In particolare sono emersi alcuni dati interessanti in merito alla situazione piemontese.
In Piemonte, nonostante la stagnazione dell’economia e la crisi che ha colpito rilevanti settori industriali, l’occupazione cresce: nel 2002 + 0,4%, nel 2003 + 2,2% contro l’1,1% della media nazionale. La crescita del tasso occupazionale è dovuta soprattutto alla componente femminile: il nuovo occupato è donna, ha più di 35 anni, lavora prevalentemente nei servizi non commerciali, sia come autonomo sia come dipendente. Le donne rappresentano il 41,7% degli occupati.
Sempre le donne, però, costituiscono ancora la principale componente della disoccupazione piemontese: 56.000 su 92.000 persone in cerca di lavoro nel 2003.
Nella realtà aziendale si delinea uno scenario caratterizzato da imprese che hanno sempre più donne al loro interno e devono continuare ad attingere nuova forza lavoro dall’universo femminile in quanto percentualmente maggioritario. Le addette sono inoltre cardine di un nucleo familiare che le impegna sempre più, costringendole a sforzi ingenti per organizzare i loro tempi di vita e per gestire lo stress che tutto ciò comporta.
Con lo studio e l’esperienza cresce il livello di competenza e consapevolezza di questo personale che è sempre meno disposto a prestare la propria opera con compensi inferiori rispetto a quelli dei colleghi uomini e con minori prospettive di carriera: una donna preparata, molto impegnata e demotivata rappresenta sicuramente un problema per il suo datore di lavoro.
È possibile arrivare ad una soluzione? Dall’esperienza personale di donne lavoratrici, dal confronto con altre realtà, dalle ricerche, dal dialogo con le imprese e le associazioni, appare evidente che una via è rappresentata dall’ingresso delle imprese in “catene di valore” innescate dall’adozione di prassi socialmente responsabili ed etiche che aumentino l’investimento sulla risorsa femminile, ne promuovano le peculiarità e le competenze, facilitino la conciliazione vita lavoro e favoriscano la progressione di carriera.
Le lavoratrici sono fidelizzate e più motivate, i datori di lavoro guadagnano in produttività ed efficienza e la collettività può disporre di professioniste che operano nel mercato del lavoro e al tempo stesso di mamme e/o figlie che, condividendo i compiti di cura con il partner, si fanno carico della famiglia. Una via che permette alle imprese di trasformare un problema in una leva competitiva ammortizzandone i costi con un aumento di guadagni derivanti dalla maggior motivazione del personale, dalla diminuzione della conflittualità interna, dalla stabilizzazione dell’organico e dalla conseguente riduzione degli oneri di formazione dei neo–assunti.
In aiuto delle imprese nascono degli standard che forniscono le linee guida per la strutturazione di modelli etici di gestione, secondo standard riconducibili a sistemi di certificazione: uno dei più conosciuti ed accreditati a livello internazionale è il Social Accountability 8000 rispondente all’accresciuta sensibilità dei consumatori nei confronti di valori ambientali, alimentari e più in generale relazionali che incidono sulla qualità della vita.
La qualità dei beni/servizi prodotti è, così, direttamente correlata al modo in cui è organizzato il processo produttivo e in cui sono impiegate la tecnologia e la forza lavoro.
Sempre più aziende, prima quelle di grandi dimensioni e via via poi anche quelle più piccole, rendono il loro impegno etico credibile e riconoscibile richiedendo ad un ente di certificazione di valutare il proprio modello di gestione. Tra i parametri valutati vi è anche l’adozione di prassi che impediscano ogni forma di discriminazione e favoriscano l’esercizio dei diritti personali o il soddisfacimento di bisogni privati.
Il fenomeno non è, però, ancora sufficientemente diffuso e da questa considerazione nasce l’idea del “Premio Casaimpresa per la qualità della vita” quale strumento ambivalente di divulgazione presso le aziende e di riconoscimento per quelle realtà, pubbliche e private, che già si distinguono per azioni di promozione e valorizzazione della risorsa femminile.
Con una promozione e una valorizzazione passano necessariamente da un maggior investimento sulla risorsa femminile e dalla rimozione degli ostacoli che impediscono alla donna di inserirsi nel mercato del lavoro o di rimanervi anche dopo la nascita dei figli, ci sono ricadute positive per l’azienda ma anche per il territorio di riferimento, che può così contare su una risorsa in più per incrementare lo sviluppo economico.
Nel corso del Convegno di Casale, Chiara Saraceno del Dipartimento Scienze Sociali e del Centro interdisciplinare di Ricerche e Studi sulle Donne dell'Università di Torino ha parlato de “La conciliazione tra responsabilità familiari e lavorative: solo un problema femminile?”, mentre Claudia Piccardo, anche lei dell'Università di Torino, presentato i problemi teorici e metodologici dei progetti di valorizzazione delle competenze femminili; “La gestione del tempo aziendale, tra le esigenze organizzative ed i bisogni individuali”, è il tema trattato da Cristina Bombelli, coordinatrice del Laboratorio Armonia della Bocconi di Milano.
Due gli interventi riferiti alle esperienze sul territorio regionale, con Alberto Platini e Andrea Zanta della ditta Rammendatura Moderna-Quality Biella, e Stefano Galfrè (sulla sua esperienza di padre lavoratore).
Paola Merlino, esperta di Pari Opportunità, ha quindi parlato del “Premio Casaimpresa per la qualità della vita”.
Nel pomeriggio (con Umberto Fava, Direttore della Società Consortile Langhe Monferrato Roero, da moderatore) i lavori sono ripresi con un laboratorio di approfondimento con la coordinatrice Apid Alessandria Marzia Raiteri, Antonio Astone Area Product Manager Csr-Dnv Italia, Davide Marzetto Direttore Aenor Italia, la Consigliera Regionale di Parità Anna Mantini, Nadia Biancato dell'Unione Provinciale Agricoltori di Alessandria, Francesco Gastaldi dell'Unione Industriale della Provincia di Alessandria, Anna Maria Piccione Presidente Regionale Confartigianato Piemonte, la segretaria Regionale della Cisl Piemonte Rosina Partelli, Francesca Laguzzi responsabile provinciale Pari Opportunità per la UIL e una rappresentante provinciale della CGIL.
Il Convegno tenutosi a Casale Monferrato si inserisce nel Progetto “Equal - Tenere il Tempo”, un'iniziativa nata all'interno della strategia europea per l'occupazione: l’ambito di azione comprende le due aree territoriali del Basso Piemonte e della Bassa Val di Susa e lo scopo è unire le varie competenze per elaborare percorsi nuovi che contrastino sia la disoccupazione sia la discriminazione e la diseguaglianza nel mercato del lavoro.
“Equal – Tenere il Tempo” è realizzato dalla Società Consortile Langhe Monferrato Roero in collaborazione con una partnership di sviluppo formata da realtà ben radicate sui territori in cui operano: Comunità Montana Bassa Valle Susa e Val Cenischia, Comunità Colline Val Tiglione e dintorni, Comune di Mondovì, Comune di Casale Monferrato, Comune di Acqui Terme, Cisa Asti Sud, Associazione per i Servizi Socio Assistenziali dell'Acquese, Unione provinciale Agricoltori di Alessandria, Cooperativa Donne in Valle, Associazione Crescere insieme in Langa, Consorzio Euroimpresa, Cooperativa “Alasia” e Cooperativa d'Essai.