La Bacheca


Red Eye ownz u

Appuntamento a teatro - 'Scemo di Guerra' 12/3/2008
di e con ASCANIO CELESTINI --- teatro municipale - 12.03.2008 - ore 21.00
SCEMO DI GUERRA
di e con Ascanio Celestini
LA FABBRICA

Mio padre raccontava una storia di guerra. Una storia di quando lui era ragazzino. L’ho sentita raccontare per trent’anni. È la storia del 4 giugno del 1944, il giorno della Liberazione di Roma. Per tanto tempo questa è stata per me l’unica storia concreta sulla guerra. Era concreta perché conoscevo le strade di cui parlava. Conoscevo il cinema Iris dove aveva lavorato con mio nonno e poi era concreta perché dopo tante volte che la ascoltavo avevo incominciato a immaginarmi pure i particolari più piccoli del suo racconto. Ogni volta che raccontava faceva delle digressioni, allungava o accorciava il discorso inserendo episodi nuovi o eliminando parti che in quel momento considerava poco importanti. Così quando ho incominciato a fare ricerca ho deciso di registrarlo e provare a lavorare sulle sue storie.
Da queste storie nasce Scemo di guerra.
Nello spettacolo si ritrovano alcuni avvenimenti molto conosciuti […]. Alcuni fatti sono veramente accaduti a lui come quando ha rischiato di farsi ammazzare mentre raccoglieva una cipolla. Alcuni sono altrettanto veri, ma li ho ascoltati da altre persone come la storia del soldato seppellito vivo all’Appio Claudio. Certe cose me le sono inventate io o le ho prese da altri racconti di altre guerre che mi è capitato di ascoltare.

Ascanio Celestini

LO SPETTACOLO:
Da solo, sul palco, con poche fioche luci attorno. Sono le luci deboli che la nostra immagine puo' attribuire ai nostri genitori, nonni che hanno attraversato gli anni della guerra. La narrazione è onirica, quasi ipnotica, la narrazione diventa surreale. A distanza di tanti anni dagli avvenimenti è vitale scoprire nuovi modi di narrare il nostro passato. Senza didascalie, senza eroismi, partendo e restando alle vicende degli individui che la Storia fanno e tramandano.




RASSEGNA STAMPA:

«Ascanio Celestini è già un mito. Fa i pieni a teatro, anche a Bruxelles e a Varsavia dove immagini che nessuno lo conosca».

Vincenzo Cerami



«Quello che rende unico il lavoro di Celestini è che non si tratta di satira, ma piuttosto di una specie di antistoria d'Italia».

Curzio Maltese