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Zanzare a Casale e in tutto il Nord Ovest:
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30/11/2006
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serve una strategia globale che coinvolga anche l’agricoltura
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Una politica coordinata, tra Stato, con apposita legge, Regioni e territorio. Una sensibilizzazione anche attraverso contributi finanziari per quanti, pubblici e privati, si trovano ad essere soggetti attivi alle opere di bonifica e di lotta alle zanzare. Questa la volontà dell’Assessore all’Agricoltura del Comune di Casale Monferrato Enrico Scoccati, intenzionato a non far cadere nel vuoto i programmi di bonifica condotti finora dal Comune e a non sprecare le ingenti risorse impegnate dalla Regione, con 7 milioni di euro stanziati per la bonifica: “tutte le parti coinvolte devono comprendere la necessità di una collaborazione fattiva e di una politica coordinata fra amministratori, tecnici e agricoltori in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, le tre regioni del Nord Ovest che ogni anno si trovano ad affrontare in modo maggiore il fastidio delle zanzare. La vocazione risicola di queste zone ne fa il terreno privilegiato di invasione per 15 miliardi di culicidi (stimati per il 2006): attuare interventi a macchia di leopardo è del tutto inutile e non consente risultati efficaci. È necessaria dunque una nuova strategia globale per non vanificare l’impegno profuso finora”. Le invasioni estive di Casalese, Vercellese, Novarese, Pavese e aree limitrofe non stupiscono gli addetti ai lavori: “nonostante convenzioni e piani pluriennali, i soldi sono pochi e arrivano in ritardo. Non si riesce ad intervenire tempestivamente sulle larve e comunque i piani regionali coprono solo una parte dei 220.000 ettari di risaie esistenti fra Piemonte e Lombardia – continua l’Assessore Scoccati – a questo punto, poco influisce che il Comune di Casale da anni faccia di tutto per trattare i 30.000 ettari di sua competenza: le zanzare si spostano di decine di chilometri, si moltiplicano da una generazione all’altra e non rispettano né i confini geografici né quelli fra aree trattate e non trattate. La legge regionale sui trattamenti anticulicidi in dieci anni di vita ha insomma dimostrato tutta la sua inadeguatezza. Certo, sono maturate importanti esperienze, come l’introduzione della lotta integrata (che unisce lotta biologica e chimica), ma nel migliore dei casi siamo riusciti soltanto a contenere il fenomeno fino all’inizio dell’estate. È giunto il momento che le Regioni diano vita ad una strategia globale di interventi, coinvolgendo anche il comparto risicolo”. E proprio su questo argomento, nei mesi scorsi l’Assessore Scoccati aveva indicato la coltivazione del riso in asciutta su vasta scala come possibile rimedio per limitare la proliferazione delle zanzare. La proposta aveva suscitato pareri favorevoli e contrari, tutti comunque sintomo di grande attenzione al problema: “la coltivazione in asciutta presenta dei vantaggi notevoli, come l’impiego più razionale delle risorse idriche, la minor proliferazione delle zanzare, i benefici colturali, la diminuzione della produzione di gas serra, la possibilità di prevenire future emergenze sanitarie e la riduzione del passaggio di sostanze tossiche nei terreni. Sono sei punti da non sottovalutare, sei buoni motivi per cambiare metodo colturale e cominciare ad avere risultati concreti al problema zanzare, a fronte delle cospicue risorse economiche impiegate ogni anno per trattamenti utili ma finora del tutto insufficienti. Per quest’anno abbiamo avviato per tempo i contatti necessari a dare garanzie ai Casalesi sulla risoluzione di un fastidio estivo che, oltretutto, costituisce un freno alla crescita di un settore fondamentale nell’economia delle nostre colline, quel turismo di qualità che riscuote sempre maggior gradimento da parte di un’utenza anche internazionale”.
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